Seta di Alessandro Baricco e Gutturnio Colli Piacentini frizzante
Il romanzo più famoso di Alessandro Baricco con il dolce frutto dei colli piacentini. Seta e Gutturnio uniti da una ...
Il romanzo più famoso di Alessandro Baricco con il dolce frutto dei colli piacentini. Seta e Gutturnio uniti da una sfacciata e intensa fragranza
“Promettimi che tornerai, te lo prometto…“
Partiamo da qui per entrare subito nel senso del romanzo, nel cuore della narrazione. Una lei che prega un lui, banale forse scontato, intenso e commovente come ogni storia d’amore che si rispetti.
Questa è una storia d’amore speciale, d’oltralpe e oltre il tempo. Non è nemmeno un romanzo, è una storia, non solo una storia d’amore, ma un incontro di emozioni, desideri, dolori e tanto altro per cui non esiste parola, non si trova descrizione.
La storia è quella di Hervé Joncour che a fine ottocento, per necessità di economia e di mercato, è costretto a lasciare la moglie e viaggiare fino nel lontano Giappone per tener vivi i suoi commerci, la seta appunto. L’importazione del baco da seta, non contaminato nello specifico, tornerà altre quattro volte in questo viaggio attraverso terre sconosciute e lontane, fino a far approdare il protagonista nel villaggio in cui conosce una ragazza splendida, che in una leggerezza nebulosa diventerà la sua amante.
Regna l’equilibrio tra le parti, l’esattezza nei gesti, la perfezione nei modi e nell’abbigliamento, il controllo delle emozioni e dei gesti in profondità: nostalgia per i sentimenti non vissuti, contemplazione della propria esistenza come uno spettacolo a cui assistere, inquietudine di Hélène, la moglie che lo attende a casa, rivelata prima dell’ultima partenza.
Scrittura semplice, leggera, impercettibile, è costruita di vuoto e pieno, di silenzi e parole-suoni, di mezze pagine bianche e paragrafi brevi, di ombre silenziose in movimento e paesaggi assolati, degli sguardi seducenti e muti e delle mani di seta della ragazza di Hara Kei, da una parte, e della voce vellutata e suadente di Hélène, la moglie lontana dall’altra, di Oriente e Occidente.
Vi sono spaccati descrittivi che se si chiudono gli occhi riescono a dare delle immagini dettagliate e affascinanti. Un epilogo finale doloroso ma intenso, un gesto al femminile coraggioso, di grande amore.
Controverso il giudizio su questa storia, commovente per alcuni, “vuota” per altri, sicuramente intensa.
Il vino abbinato? Gutturnio dei Colli Piacentini frizzante Doc Montesissa
Rosso e frizzante, intenso e quasi “sfacciato”, come la storia raccontata è così sfacciata per l’epoca, intensa per emozioni e pericoli, dolorosa per le implicazioni.
Rosso rubino come la passione ma contrapposto a un dramma che attraversa il mondo in senso letterale, raffinato ma “forte” e deciso. I riflessi violacei donano carattere a questo 2007 vivace e morbido al tempo stesso, ben equilibrato e adatto a accompagnarci nei nostri pasti quotidiani.
Un vino senza troppe pretese, ma di compagnia, specchio della sua terra e ambasciatore dell’amore e della dedizione di chi lo produce per le proprie origini e per le proprie tradizioni.
Clarita Kalimocio
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Ti regalo una chicca.
La prima, originale copertina è opera della maestra calligrafa giapponese Ikuyo Toba Chiba. Ho avuto l’onore di vedere dal vivo il dipinto originale dell’ideogramma “Seta” nel suo studio :)
Meraviglioso l’accostamento lettura-vino.
Tutto bene, mi limito solo ad osservare che il Gutturnio, magari nella versione riserva, vinificato fermo e invecchiato in legno è tutt’altro che senza pretese!